Il labirinto era il caos che sognava l’ordine (l'ordine delle wunderkammern), era la ricerca del centro, del nocciolo segreto delle cose. Ma non esistono mappe aggiornate e non esistono nomi. Le strade non hanno nomi. Non esistono procedure per toccare il centro del labirinto: “La via non ha un nome; la Via che ha un nome non è la vera via” (Tao Te Ching). La via per toccare il centro del labirinto (il centro della Terra) non è la stessa per andare a Pistoia o forse sì.
In un pianeta-miniera distante n anni luce dalla Terra dell’anno 2264, abitato da minatori, un ingegnere e un amministratore delegato (in un classico episodio di Star Trek: The Devil in the Dark), pianeta all’apparenza disabitato da forme di vita aliena, improvvisamente un mostro, una creatura dell'oscurità, semina il terrore tra i minatori, l’ingegnere e l’amministratore delegato; terrore che nasce nelle gallerie più profonde del pianeta-miniera e si diffonde fino alle gallerie prossime alla superficie desolata del pianeta. Urge il pronto intervento e il soccorso dell’Enterprise, nei panni del capitano James T. Kirk, del signor Spock e del dottor McCoy. Essi hanno il compito di debellare il mostro che nascondendosi nell’oscurità trasforma i malcapitati minatori in pozzanghere grigie e fumanti, tali e quali a smoccolature di candele, residui carbonizzati e fluidi all'interno di macabre silhouette.
Be', tra un moccolo e l’altro l’amministratore delegato informa i nostri eroi di un dato di fatto: c’è un mostro che si aggira nelle gallerie del pianeta-miniera e deve essere eliminato; ma come ha scritto Cesare Pavese a proposito di Tom Sawyer, “il reale non è un dato, ma una scoperta inesausta”, così il signor Spock, dopo tre anni passati in giro nello spazio profondo, ad incontrare assassini, creature mutaforma, artisti dell’inganno e dello sghignazzo, divinità dell’Olimpo e del deserto, pazzi batteristi, vagabondi e indiani in estate, lui, il signor Spock, nonostante non sia più il ragazzo appena diplomato di umore nero e con gli orecchioni (a punta) eccolo che si meraviglia di una palla appoggiata sulla scrivania dell’amministatore delegato. E chiede cos'è.
Il signor Spock, che avrà tanti difetti (ogni giorno il dottor McCoy gliene scopre uno nuovo) ma non è l’ottavo nano della minera, esclama che la palla "è indubbiamente una curiosità geologica".
La riflessione ad alta voce del vulcaniano suscita un’iperemia congiuntivale all’amministratore delegato, lui che smania per i bigliettoni di carta moneta che svolazzano via dal portafoglio ogni secondo che scatta sul contatore dell’Enterprise, non può sopportare un alieno con le orecchie a punta che si trastulla con una sfera di silicio in mano. L’amministratore delegato sfodera dalla parete dell'ufficio la mappa della miniera: un labirinto di gallerie che traforano uno scrigno di pietre preziose, la mappa del tesoro adesso è un frutto proibito, con un baco all’interno.
Alla fine dell’avventura, dopo che il signor Spock è entrato in contatto empatico con la creatura, che il dottor McCoy ha curato la creatura con impacchi freddi di calcina, che il capitano James T. Kirk si è commosso per la triste storia (sempre della creatura), tante piccole creaturine sgusciate fuori dalle sfere di silicio scavano innumerevoli gallerie per la gioia dei minatori, dell’ingegnere e dell’amministratore delegato che ha impresso nelle pupille il simbolo del dollaro.
Indubbiamente la labirintica miniera è una wunderkammer e la creatura, il mostro dell'oscurità, è il suo bestiario.