Pubblico questa interessante pagina di riflessioni sulla wunderkammer nel cinema di fantascienza, copiata dal sito di Patrizio D'Amico: FantascienzaSenzArte:
Questo particolare spazio espositivo nasce nel Cinquecento in Germania per poi divenire frequente in tutto il mondo occidentale fino al Settecento. Le Wunderkammer erano stanze private create da collezionisti che raccoglievano qualsiasi oggetto destasse stupore in quegli anni, da oggetti naturali ad artefatti umani e opere d'arte, con l'intento di racchiudere il mondo in una stanza. Questi elementi venivano esposti senza un preciso ordine sulle pareti delle Wunderkammer, destando così meraviglia nell'osservatore.
Ho individuato una precisa somiglianza tra questi proto-musei e alcune stanze presenti in Equilibrium e V per Vendetta, con l'aiuto delle descrizioni presenti nelle sceneggiature dei suddetti. Nella trama, questi luoghi hanno lo scopo di risvegliare l'animo dei personaggi e renderli coscienti di cosa l'umanità sta gradualmente perdendo, ovvero il proprio passato e la propria cultura.
Oltre che per una somiglianza visiva, ho accostato le Wunderkammer a questi luoghi nelle distopie anche per la loro funzione di generare meraviglia, e per l'azione di preservazione della cultura umana. Questa seconda tipologia di analisi della Wunderkammer, che esula quindi dalla sua mera composizione di spazio espositivo, mi ha dato modo di individuare una tendenza alla collezione e preservazione della cultura in altri racconti distopici nei quali non è presente, a livello visivo, una vera e propria Wunderkammer. Ad esempio, nel romanzo Il mondo nuovo di A. Huxley, il protagonista della storia proviene da una riserva protetta nella quale gli uomini vengono fatti nascere e crescere senza l'uso dell'ingegneria genetica e senza condizionamenti mentali da parte dello stato, pratiche descritte nella storia come abituali nella formazione degli individui di tutto il mondo. Questa riserva è stata creata e viene mantenuta dal governo per motivi turistici e di studio delle antiche civiltà. Presenta quindi una idea di Wunderkammer. Se si pensa poi che il ragazzo proveniente da questa riserva proverà a mettere in discussione il governo della civiltà moderna, si denota anche la funzione antagonista della Wunderkammer. Ancora, nel finale di Fahrenheit 451 si scopre, con grande sollievo e meraviglia da parte degli spettatori, una comunità di uomini-libro che imparano a memoria i testi, vietati invece nella società, con l'intento di preservare la letteratura e donarla un giorno all'umanità futura. Anche qui questo elemento ha la funzione di Wunderkammer sia per il concetto di meraviglia che la collezione suscita nello spettatore, sia per la funzione di preservare la cultura. Infine, nel film L'esercito delle dodici scimmie, il protagonista rivela una sorta di Wunderkammer all'interno della sua mente, che raccoglie e incamera in maniera disordinata informazioni e immagini provenienti da un passato ormai distrutto. L'intento di andare contro la perdita della cultura è quindi presente anche nei racconti in cui le Wunderkammer appaiono non come vere e proprie stanze ma solo come concetto di preservazione e salvaguardia di un mondo passato.
Ampliando quindi l'idea di Wunderkammer da semplice spazio espositivo a elemento di collezione e memoria, ho cercato di evidenziare come questa caratteristica sia ricorrente nei racconti distopici e giochi un ruolo importante anche nella struttura narrativa della storia.
La Wunderkammer appare nei racconti distopici e di science-fiction forse inconsapevolmente per mano degli stessi autori. Sotto varie forme, questa pratica di collezione mantiene la sua natura di memoria e protezione della cultura, con lo scopo di ribaltare, arrestare o mettere in discussione il destino agghiacciante al quale una distopia condanna l'umanità.
A commento di queste interessanti riflessioni sulla funzione salvifica della wunderkammer riscrivo parte del contenuto di un mio post del 19 gennaio 2010:
Forse da qualche parte, o nel profondo mondo di Internet, è già stato scritto che da una qualunque wunderkammer si può uscire se si scopre al suo interno un “bestiario”, o forse no, non è mai stato scritto né detto né e va da sé (come il moto perpetuo) pensato. E tuttavia è indubitabile la connessione tra wunderkammer e bestiario, se si traduce, con un po' di equilibrismo sul filo, la parola "wunderkammer" in "labirinto". E il labirinto è per definizione il palazzo cretese di Minosse dove, imprigionato al suo centro, era in agguato il Minotauro (bestiario e bestio allo stesso tempo). E cos’è il labirinto cretese se non la razionalizzazione della caverna, luogo per eccellenza delle meraviglie, in fondo alle caverne pitture di animali attendevano il visitatore per meravigliarlo e spaventarlo.
Caverna, tela di ragno, ricerca di un centro, viaggio iniziatico e più che altro fisico alla volta della Terra Santa sulle strade labirintiche del mondo, tra mille meraviglie e mille mostri in agguato, ma talvolta, per i pigri e troppo indaffarati borghesi della parrocchia che si scaldavano i piedi al sacro (sacer?) fuoco della beneficenza, era il labirinto inciso sul pavimento delle cattedrali il surrogato - la ciofeca - del "viaggio reale" (sudore e sangue del prossimo tuo e istantanee per l'Eterno, olé).
Il labirinto è caos che sogna l’ordine (l'ordine, ovviamente, delle wunderkammern), ricerca del centro, del nocciolo delle cose. Ma non esistono mappe, non esistono nomi. Le strade non hanno nomi. Non esistono procedure per toccare il centro del labirinto: “La via non ha un nome; la Via che ha un nome non è la vera via” (Tao Te Ching). La via per toccare il centro del labirinto (il centro della Terra) non è la stessa per andare in Centro o per girare con il carrello tra gli scaffali della Coop, o forse sì.
Questo particolare spazio espositivo nasce nel Cinquecento in Germania per poi divenire frequente in tutto il mondo occidentale fino al Settecento. Le Wunderkammer erano stanze private create da collezionisti che raccoglievano qualsiasi oggetto destasse stupore in quegli anni, da oggetti naturali ad artefatti umani e opere d'arte, con l'intento di racchiudere il mondo in una stanza. Questi elementi venivano esposti senza un preciso ordine sulle pareti delle Wunderkammer, destando così meraviglia nell'osservatore.
Ho individuato una precisa somiglianza tra questi proto-musei e alcune stanze presenti in Equilibrium e V per Vendetta, con l'aiuto delle descrizioni presenti nelle sceneggiature dei suddetti. Nella trama, questi luoghi hanno lo scopo di risvegliare l'animo dei personaggi e renderli coscienti di cosa l'umanità sta gradualmente perdendo, ovvero il proprio passato e la propria cultura.
Oltre che per una somiglianza visiva, ho accostato le Wunderkammer a questi luoghi nelle distopie anche per la loro funzione di generare meraviglia, e per l'azione di preservazione della cultura umana. Questa seconda tipologia di analisi della Wunderkammer, che esula quindi dalla sua mera composizione di spazio espositivo, mi ha dato modo di individuare una tendenza alla collezione e preservazione della cultura in altri racconti distopici nei quali non è presente, a livello visivo, una vera e propria Wunderkammer. Ad esempio, nel romanzo Il mondo nuovo di A. Huxley, il protagonista della storia proviene da una riserva protetta nella quale gli uomini vengono fatti nascere e crescere senza l'uso dell'ingegneria genetica e senza condizionamenti mentali da parte dello stato, pratiche descritte nella storia come abituali nella formazione degli individui di tutto il mondo. Questa riserva è stata creata e viene mantenuta dal governo per motivi turistici e di studio delle antiche civiltà. Presenta quindi una idea di Wunderkammer. Se si pensa poi che il ragazzo proveniente da questa riserva proverà a mettere in discussione il governo della civiltà moderna, si denota anche la funzione antagonista della Wunderkammer. Ancora, nel finale di Fahrenheit 451 si scopre, con grande sollievo e meraviglia da parte degli spettatori, una comunità di uomini-libro che imparano a memoria i testi, vietati invece nella società, con l'intento di preservare la letteratura e donarla un giorno all'umanità futura. Anche qui questo elemento ha la funzione di Wunderkammer sia per il concetto di meraviglia che la collezione suscita nello spettatore, sia per la funzione di preservare la cultura. Infine, nel film L'esercito delle dodici scimmie, il protagonista rivela una sorta di Wunderkammer all'interno della sua mente, che raccoglie e incamera in maniera disordinata informazioni e immagini provenienti da un passato ormai distrutto. L'intento di andare contro la perdita della cultura è quindi presente anche nei racconti in cui le Wunderkammer appaiono non come vere e proprie stanze ma solo come concetto di preservazione e salvaguardia di un mondo passato.
Ampliando quindi l'idea di Wunderkammer da semplice spazio espositivo a elemento di collezione e memoria, ho cercato di evidenziare come questa caratteristica sia ricorrente nei racconti distopici e giochi un ruolo importante anche nella struttura narrativa della storia.
La Wunderkammer appare nei racconti distopici e di science-fiction forse inconsapevolmente per mano degli stessi autori. Sotto varie forme, questa pratica di collezione mantiene la sua natura di memoria e protezione della cultura, con lo scopo di ribaltare, arrestare o mettere in discussione il destino agghiacciante al quale una distopia condanna l'umanità.
A commento di queste interessanti riflessioni sulla funzione salvifica della wunderkammer riscrivo parte del contenuto di un mio post del 19 gennaio 2010:
Forse da qualche parte, o nel profondo mondo di Internet, è già stato scritto che da una qualunque wunderkammer si può uscire se si scopre al suo interno un “bestiario”, o forse no, non è mai stato scritto né detto né e va da sé (come il moto perpetuo) pensato. E tuttavia è indubitabile la connessione tra wunderkammer e bestiario, se si traduce, con un po' di equilibrismo sul filo, la parola "wunderkammer" in "labirinto". E il labirinto è per definizione il palazzo cretese di Minosse dove, imprigionato al suo centro, era in agguato il Minotauro (bestiario e bestio allo stesso tempo). E cos’è il labirinto cretese se non la razionalizzazione della caverna, luogo per eccellenza delle meraviglie, in fondo alle caverne pitture di animali attendevano il visitatore per meravigliarlo e spaventarlo.
Caverna, tela di ragno, ricerca di un centro, viaggio iniziatico e più che altro fisico alla volta della Terra Santa sulle strade labirintiche del mondo, tra mille meraviglie e mille mostri in agguato, ma talvolta, per i pigri e troppo indaffarati borghesi della parrocchia che si scaldavano i piedi al sacro (sacer?) fuoco della beneficenza, era il labirinto inciso sul pavimento delle cattedrali il surrogato - la ciofeca - del "viaggio reale" (sudore e sangue del prossimo tuo e istantanee per l'Eterno, olé).
Il labirinto è caos che sogna l’ordine (l'ordine, ovviamente, delle wunderkammern), ricerca del centro, del nocciolo delle cose. Ma non esistono mappe, non esistono nomi. Le strade non hanno nomi. Non esistono procedure per toccare il centro del labirinto: “La via non ha un nome; la Via che ha un nome non è la vera via” (Tao Te Ching). La via per toccare il centro del labirinto (il centro della Terra) non è la stessa per andare in Centro o per girare con il carrello tra gli scaffali della Coop, o forse sì.
Quindi non tanto nella wunderkammer c'è la salvezza quanto nella rottura della stessa, nel "bestiario" che fugge dallo zoo - dalle gabbie delle meraviglie messe al sicuro (vedi ad esempio il museo zoologico del Pianeta delle Scimmie) per il visitatore domenicale, e corre libero le strade (come nel film L'esercito delle 12 scimmie o Io sono leggenda).
Ultimo esempio: in un pianeta-specchio della Terra, abitato da bambini (in un classico episodio di Star Trek: Miri) che giocano da trecento anni all'interno di una wunderkammer, cioè l'intero pianeta disabitato dagli adulti, i teletrasportati sembrano fantasmi futuristi in fuga da un quadro di Schifano.
Il capitano Kirk, il signor Spock, il dottor McCoy hanno il compito di debellare il virus (il bestio) che trasforma i bambini sulla soglia della pubertà in mostri, cioè hanno il solito compito di sconfiggere il "bestiario".
Eppure il dottor McCoy è consapevole che la città disabitata "è il più orribile conglomerato di architettura antica che abbia mai visto".
Infatti è una wunderkammer, un po' come la Los Angeles di Occhi bianchi sul pianeta Terra...
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