domenica 13 marzo 2011

Lettura di un sigillo cilindrico e di un pesino

Favbrillhà, casa del posacenere.
Lapislazzuli, 3x1.9, diam. Foro 0.35

È una scena di lotta fra eroe e animali e una scena di libagione, con vari riempitivi e una scritta in orzoweiano classico corsivo.
A sinistra si vede l’eroe nudo, con la mano destra tiene sollevata la zampa posteriore destra di un quadrupede erbivoro a testa in giù, forse una gazzella, il braccio sinistro gira intorno al collo di un cervide rampante sulle zampe posteriori, con ampie corna ramificate e volgente il muso indietro. Il piede destro dell’eroe insiste sulla schiena di un leone azzannante il collo dell’erbivoro a testa in giù. La gamba sinistra di Berlumeš è piegata all’indietro, nella tipica posa della corsa in ginocchio dell’eroe. Alla destra e alla sinistra della testa dell’eroe sono presenti due quadrifogli come riempitivi. L’eroe Berlumeš è rappresentato con capelli fluenti e ondulati e una lunga barba lanosa che scende fino a toccare terra.
A destra è presente una scena di libagione. Davanti a un arbusto con rami a spina di pesce si vede una figura di vecchio glabro. Il vecchio è seduto verso sinistra, su uno sgabello a zampe incrociate. Il vecchio è a torso nudo, una gonna o coperta pieghettata gli scende fino a coprire i piedi. La mano destra del vecchio è poggiata sul ventre. La mano sinistra regge una lunga cannuccia che esce da un vaso collocato a mezz’aria, l’altra estremità della canna è infilata nella bocca del vecchio che palesemente aspira una sostanza contenuta nel vaso.
Una seconda cannuccia ritorta fuoriesce dal vaso in direzione opposta per servire un secondo personaggio appena abbozzato, forse raffigura il semieroe Skakajolo, l’essere mostruoso, l’orco delle montagne, il divoratore di bambini, insomma il “compagno” di Berlumeš. Tra le due canne sul fondo è inciso un trifoglio.
Sopra la scena del banchetto una iscrizione in orzoweiano classico corsivo. Vi si legge Ahytéé, traducibile con un po’ di approssimazione e tutte le cautele del caso in: “Ahimè, come una lumaca sgusciata siedo e piango lagrime amare sul mio passato”.
Superficie lievemente concava, foro decentrato. Lapislazzuli con molte venature. Esecuzione fine, alquanto dettagliata e naturalistica nelle figure; molto schematici invece i simboli in campo. Lievi le tracce d’uso.

Favbrillhà, casa del posacenere.
Ematite traslucida, 2.45x1x1.05; gr. 5.735.


Pesino a forma di anatra. Base appiattita. Faccia superiore modellata in forma di anatra con corpo allungato, coda sporgente, collo lungo ripiegato indietro, testa appoggiata sul dorso, becco appuntito reso in modo schematico. Iscrizione di “Paper-YOGA En-lil-là”.(*)

(*) “Lettura di un sigillo cilindrico e di un pesino dalla Casa del Posacenere a Favbrillhà”, di Silver S. Spikspan. Estratto dal vol. I, 1° sem., fasc. 4, dei “Rendiconti della Accademia degli Orzoweiani”, anno 1954.
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