giovedì 23 settembre 2010

Coprendo Federico Moccia

Un link trovato sulla rete per uno scrittore vivente (in Italia?) e un film ordinario, infatti c'è già il dvidi.

Copio dal post del link due citazioni dal romanzo:

“Io farei tutto mare… Ma se qualcuno è allergico?”
“Al pesce? Non lo invitiamo!”
“Ma dai, non è carino!”
“E i fritti?”
“Ci devono essere!”
“E un po’ di prosciutto crudo?”
“Ci deve essere!”
E un po’ di parmigiano?”
“Ci deve essere!”

Be'?

Poi nel libro c'è una che si chiama Olimpia e si meraviglia di uno che si chiama Egidio:

"Egidio. Che razza di nome. Ma chi è, uno del Mille avanti Cristo? E’ un nome troppo antico."

Fermo restando che non ho mai letto Moccia, il titolo di questo post potrebbe far pensare, a qualche lettore malizioso, alla lettiera del gatto (magari quella che poi si appalla) soprattutto se connesso il titolo al titolo del mio post precedente. Addirittura di Thurber ho letto un racconto (1) sulla carta (L'età degli scrittori, in Gli uomoristi moderni, Garzanti 1971). Ma non è così. Perché voglio spezzare una lancia in difesa dell'umorismo forse involontario ma comunque presente in Moccia, come del resto nei film di Dario Argento.
Purtroppo Argento non è Carpenter né Moccia è Thurber: i due non ci hanno mai pensato e ora è troppo tardi.
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