lunedì 4 aprile 2011

The Omega Man (Seco II)

(Seco sta per Scene esoteriche nel cinema occidentale, e II per secondo post della serie).

E così siamo già al secondo post di quello che potrebbe sembrare il tema di una tesina universitaria in Storia del Cinema, e invece è il filo conduttore di una serie di post dedicati all’elencazione di scene esoteriche nel cinema occidentale, elencazione piuttosto che svelamento delle stesse, perché essendo appunto esoteriche mi restano di significato oscuro. Be’, c’è qualcosa in queste scene che ho iniziato a prendere in esame, un deposito di conoscenza dedicato non al grosso pubblico ma ad un pubblico di élite…

"Con il termine élite si designa un ristretto sottogruppo di un sovraordinato gruppo o categoria sociale, a tale sottogruppo viene attribuita una specifica o generica superiorità rispetto alla restante parte del corpo sociale di riferimento; il consenso a tale attribuzione può essere più o meno generale e, al limite, circoscritto agli stessi membri della élite. Benché il termine sia intrinsecamente elogiativo, quando è adoperato da coloro che non ne condividono l'attribuzione assume un connotato dispregiativo (es: le auto-nominate élite).” (da Wikipedia)

Oggi tocca ad un classico Warner Bros, The Omega Man (1971), in italiano il mitico Occhi bianchi sul pianeta Terra, straordinaria trasposizione filmica del romanzo di Richard Matheson, Io sono leggenda, niente di che con il comunque bello Io sono leggenda, con uno schizzato Will Smith e uno struggente cane lupo (film ambientato nel futuro, a New York). Nel film WB la parte dello scienziato matto alla ricerca di un vaccino miracoloso appartiene a Charlton Heston. Nessun cane a fargli da spalla (a Heston erano bastate e avanzate le scimmie del Pianeta delle Scimmie). Il disgraziato - che vaga solitario ma più o meno sereno in una magica Los Angeles deserta e assolata - monologa la sera con un busto di Cesare, avversario invalido in una partita a scacchi, mentre in cucina bollono allegramente un paio di salsicciotti. L’eroe è, come nel romanzo, una leggenda da raccontare la sera al fuoco alimentato dai libri della biblioteca di quartiere ai bambini dei mutanti. Nessun disegno divino assistito al computer e nessuna umanità militarizzata e asserragliata dietro un vallo di Adriano, in una sorta di campo di concentramento, in attesa del vaccino liberatore, ma solo una piccola comunità di ragazzi/e e bambini/e in campagna. Erano altri tempi, oggi sembrano il futuro e questo tempo presente un passato remoto. Be’, continuo domani…

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