giovedì 1 aprile 2010

Pesce d’Aprile a Firenze

Se un navigatore curioso, in prossimità del primo giorno di aprile, inserisse in un motore di ricerca le parole: indiano cremazione firenze +1878, forse otterrebbe un elenco di pagine riportanti il seguente raccontino sull’origine del Pesce d’Aprile.

Nel 1878 un giornale italiano annunciò la cremazione all’aperto, in una piazza di Firenze nei pressi del Parco delle Cascine, di un marajà indiano. La cremazione sarebbe dovuta avvenire il primo giorno di aprile. Molti fiorentini accorsero al parco delle Cascine per assistere all’evento, portandosi dietro anche il gatto e la nonna in carrozzina, ma quando, dopo una lunga e vana attesa, un gruppo di ragazzini sbucò da dietro un cespuglio gridando, Pesci d'Arno fritti!, improvvisamente i fiorentini si tirarono su dall’erba scuotendosi di dosso le briciole dei panini al lampredotto e richiamarono i bambini spersi nel vasto prato, Telemachino, Amletino, Nestorino, Annibalino, Barabbino, vien via vien via che si va via e fa freddo, tira vento, piove e c’è il sole, c'è il sole e piove, o i che è, ecc. insomma il babbo di turno faceva finta di nulla, per non passar da grullo.

Il navigatore riflessivo penserà che non è mai stato bruciato un indiano a Firenze, che vergogna… Ma se spingiamo la nostra ricerca, oltre la prima pagina di pagine suggerite da Google, approderemo a pagine forse più attendibili, purtroppo nascoste tra l’erbaccia delle informazioni ridondanti sul Pesce d’Aprile. Là apprenderemo che verso la fine del marzo 1878 apparve su un quotidiano fiorentino la notizia che il primo d’aprile la cittadinanza tutta avrebbe potuto assistere, nel parco delle Cascine, alla cremazione di un principe indiano morto in quella città pochi giorni prima. E giacché un evento simile era realmente accaduto nel 1870, molti lettori non ebbero dubbi sulla veridicità della notizia, insomma erano passati solo otto anni mica cinquecento. E la notizia passò di bocca in bocca, e una gran folla di boccaloni si riunì speranzosa, peraltro priva di cellulari e di macchine fotografiche digitali, proprio nel punto dove avrebbe dovuto svolgersi la curiosa cerimonia, dove avrebbero dovuto bruciare un secondo indiano. Da lì la storia vera si incolla alla storia falsa, infatti, sbucarono di corsa dalle frasche tre o quattro ragazzini neri e maledetti gridando, Pesci d’Arno fritti, be' per loro non era mica uno scherzo, facevano la reclame ambulante di un friggitore che aveva aperto il baracchino da poco, il friggitore vendeva appunto pesci d’Arno fritti, e anche ranocchi fritti se è per questo e guarda un po’ pure i panini col lampredotto. E allora come avranno fatto i fiorentini a capire che era uno scherzo? (probabilmente molti fiorentini tornarono a casa per la cena con un cartoccio di pesci e di ranocchi fritti)... no, non ci voglio pensare, ma ora che ci penso mica sarà stata un'abile mossa di marketing del venditore di ranocchi fritti?

Dunque, dunque perché uno scherzo sia creduto vero deve essere edificato su un fondamento di verità, cioè su una storia vera. (*) Un po’ come la notizia che l'ex presidente onorario della Fiorentina ha lasciato la presidenza onoraria della Fiorentina, tutti hanno creduto vera la notizia (peraltro vera), molti tifosi del gioco del pallone hanno pianto amaramente pensando al tempo in cui - dolore chiama dolore - i Medici si tolsero dalle palle lasciando in eredità, un po’ qui un po’ là, i loro stemmi araldici gratis, con le tre palle e un soldo.

(*) “Al limite estremo del parco delle Cascine, si giunge al piazzaletto dell’Indiano, pittoresco spazio articolato sulla conoide alla confluenza del torrente Mugnone nell’Arno; vi si dispongono, attorniati da leggiadri elementi di arredo, la casetta e il monumento funebre dell’Indiano, composto da un busto protetto da una cupola a pagoda, opera di Charles Francis Fuller (1874); il luogo è dedicato a Rajaram Cuttraputti marajà di Kolepoor, che di ritorno dall’Inghilterra morì ventenne a Firenze nel 1870 e secondo il rito braminico fu cremato alla confluenza di due fiumi”. Firenze e Provincia, Touring Club Italiano, 2005, p. 436.
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2 commenti:

  1. Ahha, ci sono cascata anch'io! Oggi le Antiche Fornaci Giorgi di Ferentino hanno pubblicato sui quotidiani di Lazio e Molise una serie di numeri che, trasformati in lettere, davano la frase “hai vinto 10000 euro di mattoni fatti a mano, chiamaci!”. Hanno telefonato 400 persone!!
    Io ero lì come cliente e c’era un casino di gente… comunque hanno spedito omaggi a tutti. Ciao!

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  2. Grazie per il commento e il contributo al Pesce d'Aprile.
    Ciao!

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