domenica 23 maggio 2010

Commento a un commento ai PS (n. 10)

Uscite dalla fanga et io farò di voi un'Armata (veloce) et ardita

Ventinovesima nota del capitolo XI: Renzo esce dalla fanga e si fa ardito (ma ancora non lo sa).

[...] La strada era allora tutta sepolta tra due alte rive, fangosa, sassosa, solcata da rotaie profonde, che, dopo una pioggia divenivan rigagnoli; e in certe parti più basse s’allagava tutta, che si sarebbe potuto andarci in barca. A que’ passi, un piccol sentiero erto, a scalini, sulla riva, indicava che altri passeggieri s’eran fatta una strada ne’ campi. Renzo salito per un di que’ valichi sul terreno più elevato, vide quella gran macchina del duomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città, ma sorgesse in un deserto; e si fermò su due piedi, (29) dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare anche da lontano quell’ottava meraviglia, di cui aveva tanto sentito parlare fin da bambino. [...]

(29) e si fermò su due piedi. Renzo non avrebbe saputo analizzare le sue impressioni alla vista improvvisa di quella gran mole, di “quell’ottava meraviglia” del mondo, ma contemplandola dimenticò tutti i suoi guai, e questo dice tutto. Ci tornano a mente quei vecchi troiani che dimenticarono tutti i loro guai alla vista d’Elena la bellissima.

Notare l'allusione del Manzoni al vecchio nome del protagonista maschile del romanzo, e cioè Fermo (probabilmente il M. era sempre lì con il bianchetto in mano, cambio o non cambio, quasi quasi ti ribattezzo Renzo in Fermo e cancello tutti i Renzo che ho scritto qua e là, ohi ohi, no! che sono già all’undicesimo capitolo).
Manzoni scriveva in italiano, anzi in toscano, forse in fiorentino, ma per l’anonimo commentatore (ac) il Manzoni (che forse si illudeva di pensare in milanese) pensava in greco antico, e ciò visto l’ardito paragone tra il duomo di Milano e l’Elena la bellissima. E proseguendo nella lettura - con la nota ventinovesima alla mano - una domanda sorge spontanea: che se Renzo è come un vecchio troiano e di quella ottava meraviglia ne aveva sentito parlare fin da bambino, o quante primavere aveva visto allora l’Elena la bellissima?!

Ma infine haberemo castella, ricchezze et bianche femmine dalle grandi puppe!
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