domenica 19 ottobre 2008

Piero Calamandrei come George Orwell

Ho sempre pensato che alcuni scrittori italiani non hanno nulla da perdere nel confronto con i grandi scrittori contemporanei: Umberto Eco (il cane senza anima, straziato da una scienza bastarda, umile protagonista - con il grande assente Galileo - dell'Isola del giorno prima) con José Saramago (dal cane delle scalette di S. Crispim al cane delle lacrime, fino al cane Trovato); Flannery O'Connor con Federigo Tozzi e Bruno Cicognani; Sam Savage con Claudio Ciccarone (l'ho letto su La Repubblica); Walker Percy con ............ (va be' scrivete voi un nome al posto dei puntini). Ma che Piero Calamandrei fosse uno scrittore di fantascienza al livello di George Orwell non ci avevo mai pensato.

Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private (1).


(1) Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), Roma 11 febbraio 1950. Il discorso completo qui.

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