sabato 1 novembre 2008

Un'immagine in fuga (2)

Nel post precedente ho scritto che un’immagine vale 10000 parole (anche mille, è sottinteso, grazie), ma che però queste parole prima o poi bisognerà pronunciarle, anche se alle ciance logorroiche di tizio e alle articolate riflessioni di caio si preferisce un semplice sì o no.
Certo la realtà non si mostra in bianco e nero, ma in multicolor, almeno 16.777.216 colori. Ma infine si chiede solo di palesare un giudizio in merito all’immagine del post precedente. Anche perché il giudizio precede comunque le parole, tante o poche che siano. Infatti, il giudizio è già presente nella visione dell’immagine, non si scappa (dal giudizio, s’intende). C’è chi nell’immagine vede un mariuolo, chi un discolo da mettere sulla buona strada, chi ci vede uno zoom (un particolare) di una folla in fuga dai mutanti, licantropi, ponti in fiamme sul Tamigi, terremoti, inondazioni, trombe d’aria e banche canterine.
OK, ma esiste anche il pregiudizio, che cos'è? forse un giudizio che precede il giudizio presente nell'atto della visione?
C'è un romanzo di Saramago dove tutti gli esseri umani (meno uno) perdono la vista, solo che invece di "vedere" tutto nero vedono tutto bianco. Tutta la "realtà visibile" si cancella e affonda in un mare di nebbia. Ora, il pregiudizio è in pratica indistinguibile dal giudizio una volta esternato con le parole. Nel libro di Saramago tutti prendono consapevolezza di questa cecità (meno una persona) al giudizio, questa consapevolezza è come un virus. Quoto da Wikipedia:

In psicologia biologica, con il termine consapevolezza (inglese awareness) si intende la percezione e la reazione cognitiva di un animale al verificarsi di una certa condizione o di un evento. La consapevolezza non implica necessariamente la comprensione.

Torniamo all'immagine. E' possibile ricavare un contenuto oggettivo da un'immagine, quale essa sia, valido per tutti e in tutti i mondi presenti, passati e futuri? Insomma un fatto, un dato certo e misurabile con una tolleranza di errore (in più e in meno).
Io penso proprio di no. Un'immagine che si crede un fatto (non falsificabile) è un'immagine certo eroica ma anche morta, le immagini vive sono quelle in fuga, cioè quelle che hanno "paura" (o come ha detto Paolo Poli: al cinema e in guerra i posti in prima fila sono quelli peggiori).

Lo scopo di una nassa è di catturare i pesci e quando i pesci sono stati presi la nassa viene dimenticata. Lo scopo di una trappola per conigli è di catturare i conigli, catturati i conigli la trappola viene dimenticata. Lo scopo delle parole è di trasmettere idee, afferrate le idee, le parole vengono dimenticate. Dove posso trovare un uomo che ha dimenticato le parole? E' l'unico con cui mi piacerebbe parlare. (Walker Percy)

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