domenica 8 agosto 2010

Case in capo al mondo, III

La casa di questo post è un appartamento a Tokyo, preso in affitto da tale Christine Easton (Samantha Eggar), fidanzata con un tizio ampolloso e saccentino, segretario della locale ambasciata inglese. L’appartamento è al primo piano di una palazzina del primo novecento, stile eclettico moderno, un po’ fatiscente, palazzina situata da qualche parte a Tokyo. Ok, e fin qui, tutto bene. E’ un giovedì (non nero) dell’anno millenovecentosessantaquattro. E allora? Ebbene, era il 1964 l’anno delle Olimpiadi Moderne a Tokyo. Ecco, con due giorni in anticipo sulla prenotazione in un grande albergo della città nipponica approda l’industriale inglese Sir William Rutland (Cary Grant), ma viene subito rimbalzato fuori dalla reception dell'albergo con tante scuse e inchini. La sorte benigna vuole che l’industriale legga sulla bacheca dell’ambasciata inglese, dove dietro un bancone staziona l’ampolloso segretario di cui sopra, un messaggio scritto di proprio pugno della Easton, dove offre la condivisione di appartamento e affitto (implicitamente l’offerta era dedicata solo ad esponenti del sesso femminile). Rutland convince la riluttante Christine alla condivisione dell’appartamento per una settimana; nessun gossip per le malelingue, Rutland, come l'anziano pard di Tex Willer, si aggira attorno alla sessantina, infatti viene subito scambiato dall’amica giapponese di lei per un anziano parente in visita.

Rutland, la mattina di venerdì, mentre si prepara un caffè all’inglese: una tazzina d’acqua e il filtro del caffè pieno oltre l’orlo.

Rutland con un foglietto in mano, vi legge i rigidi orari nell’utilizzo del bagno dettatigli dalla coinquilina e affittuaria. Alle sue e nostre spalle c’è il bagno, a sinistra la porta d’ingresso dell’appartamento 2A e a destra la porta della camera della ragazza; in fondo al disimpegno (o corridoio) alla nostra destra si apre il piccolo ma luminoso soggiorno, riattato per l’occasione in stanza da letto di Sir Rutland.

Rutland nella stanza da bagno mentre si guarda attorno (notare il foglietto con le note orarie appiccicato allo specchio): calze appese, calendario giapponese e una presa elettrica che oggi in Italia non sarebbe a norma ma forse lo era in Giappone nel 1964.

Sempre la sorte vuole che il venerdì mattina l’industriale si imbatta in certo Steve Davis (Jim Hutton, l’attore della serie televisiva Ellery Queen), architetto e atleta americano, olimpionico di una misteriosa disciplina e ora in attesa di entrare in possesso di una camera nel villaggio olimpico, beccato dalla sicurezza di un edificio, sede di un produttore di transistor con cui l’industriale inglese è in affari, a tracciare schizzi su un taccuino da disegno, in compagnia di un atleta sovietico. Risolto l’equivoco, Steve è interessato alla forma e non ai segreti celati all'interno della costruzione architettonica, esempio notevole di vecchio moderno antico Giapp in nuovo stile occidentale, con originali soluzioni in occorrenza d'eventi sismici (eventi che accadono sempre e solo all’altro capo del mondo), l’atleta convince ben presto Rutland a subaffittargli per qualche giorno metà della metà (qui non è un quarto ma un terzo) dell’appartamento, proprio quello che il giorno prima l'inglese aveva preso in affitto, però pagandogli metà della metà di ¼ dell’affitto che la ragazza una volta al mese paga al proprietario di casa.

Rutland e Steve mentre entrano nell’atrio della palazzina, a sinistra si intravede la prima rampa di scale (nel vano scala è allocata una bicicletta, probabilmente di un inquilino, dalle etichette appiccate sopra le cassette postali si evince che gli appartamenti occupati sono 5 su 6).

Il resto della storia è una commedia americana (Cammina, non correre, 1966) e ai fini dei post di questa serie non c’interessa sapere come andrà a finire la storia (non bene per il segretario dell'ambasciata). C'interessa denunciare (purtroppo non risolvere) un mistero, il mistero di una finestra in più nell’appartamento giapponese, comunque un mistero affatto tenebroso, siamo in una classica commedia americana anni sessanta del secolo scorso.

Continua...
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