venerdì 13 agosto 2010

Case in capo al mondo, IV

Dove eravamo rimasti? avevamo appena lasciato Sir Rutland e l’atleta della disciplina misteriosa Steve, un venerdì dell’anno 1964, nell’atrio fatiscente, eppure luminoso, di una palazzina del primo novecento, stile eclettico moderno, situata chissà dove in un quartiere della città di Tokyo, e nell’ultima immagine del post precedente si intravedeva appena la prima rampa di scale, e nel vano scale era allocata una bicicletta, probabilmente di un inquilino, e dalle etichette attaccate con la colla uhu sopra le rosse cassette postali il blogger aveva scommesso, in palio un torroncino di Fred Sanford, che gli appartamenti occupati erano i 5/6 del totale, probabilmente abitati per la maggioranza da genti strane strambe (senza dio), perché né San Francesco né Gesù hanno mai avuto un pied-a-terre a Tokyo: si sono fermati in un Bed & Breakfast in India, e con tutti quegli inviti a pranzo e a cena e a colazione di cugini di secondo, terzo, quarto grado (e dire che il nonno di Gesù, dio della tempesta, lo aveva avvertito, guarda, te lo dico con esperienza non accettate mai quegli inviti di dei di second'ordine, per lo piu ti molestano, ti minacciano, ti insultano, ti si attaccano alle vesti piangendo un'elemosina) alla fine hanno pensato bene di tornare a Eboli.

Strano ma vero, in quella terra senza misericordia ci vivono creature misericordiose, i bambini. Volendo bastava guardare un frame più là ed eccone due esemplari piccini picciò, maschio e femmina, seduti su un gradino della prima rampa di scale.

Ebbene sì.


Sabato mattina. Sir Rutland mandato a prendere il latte è rimasto fuori casa, causa la porta di casa chiusa per sbaglio da un assonnato Steve, e il destino si è compiuto, il frame ce lo mostra in atto di uscire in vestaglia per strada (e i bambini - come le stelle - stanno a guardare).


Anzi lo seguono in strada, e mentre Rutland guarda la porta-finestra di legno e carta del soggiorno (e a destra nell'immagine si vede la finestra piccola rettangolare della cucina) loro guardano Rutland come se fosse una commedia con Ginger Rogers e Fred Astaire (ma con il tip tap sottotitolato in giapponese, è ovvio). La tettoia in primo piano cela le finestre del lato ovest.

Ma è il mistero, il mistero di una finestra in più nell’appartamento che dà a questa casa un fascino unico? O è il suo essere fragile di carta e legno, un riparo di muri fatti di niente e nonostante è una casa, una casa all’angolo di due vie calpestate da gente orientale notoriamente indaffarata, ma ci siamo distratti e intanto Sir Rutland sta scalando la parete ovest della palazzina (in ciabatte).


A sinistra la finestra che dà aria e luce ad una stanza misteriosa.

Continua…
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