(Seco VII non era un faraone d'Egitto ma è un acronimo, e sta per Scene esoteriche nel cinema occidentale, e VII per settimo post della serie).
E così siamo arrivati al settimo post di quello che potrebbe sembrare il tema di una tesina universitaria in Storia del Cinema, e invece è il filo conduttore di una serie di post dedicati all’elencazione di scene esoteriche nel cinema occidentale, elencazione piuttosto che svelamento delle stesse, perché essendo appunto esoteriche mi restano di significato oscuro. Be’, c’è qualcosa in queste scene che sto prendendo in esame, un deposito di conoscenza dedicato non al grosso pubblico ma ad un'élite…
"Con il termine élite si designa un ristretto sottogruppo di un sovraordinato gruppo o categoria sociale, a tale sottogruppo viene attribuita una specifica o generica superiorità rispetto alla restante parte del corpo sociale di riferimento; il consenso a tale attribuzione può essere più o meno generale e, al limite, circoscritto agli stessi membri della élite. Benché il termine sia intrinsecamente elogiativo, quando è adoperato da coloro che non ne condividono l'attribuzione assume un connotato dispregiativo (es: le auto-nominate élite).” (da Wikipedia)
Gira e rigira i Nostri (Guerrieri della Notte, 1979) stanno tornando a Coney Island. Ingiustamente incolpati dell’attentato al Bin Laden di quel tempo là, che boss della gang delle gang, aveva un sogno fisso in testa (congiungersi carnalmente, ma senza amore, come le suore e i frati al tempo del Boccaccio, con tutta la cittadinanza di New York, notte e dì), e invece si era preso un colpo di pistola nel cuore e, è… è morto (come Bin Laden). Dopo una notte di fughe e duelli, i Nostri, sudici stanchi affamati, salgono sul primo treno che li porterà a casa. Loro ospite, una tipa fuggita e/o rapita dalla banda degli Orfani; anche lei non è messa bene (se nel palcoscenico della vita il vagabondo Huck Finn avesse avuto una sorella, ebbene, lei è proprio nata e sputata per quella parte). Ma, improvvisamente salgono sul metrò due coppie di ragazzi in bianco vestiti, forse un’élite? E siedono, loro ridenti, loro comunicativi (ma sempre all’interno dell’élite), proprio davanti alla coppia torvamente muta, cioè il Capo Guerriero e l’Orfana fuggitiva. I Quattro dell’Èlite quando si accorgono di essere davanti all’antimateria di Zichichi prima non credono ai loro occhi, poi un vago desassossego si forma nei loro cervelli panici, indi palesemente si manifesta nei loro sguardi disapprovanti e forcaioli appuntati, più che altro, sui panni sudici e la morale dubbia della ragazza. E l’Orfana, chiude gli occhi per non vedere ciò che vede negli occhi dei 4 P.M..
Quando la ragazza riapre gli occhi, le coppie sono per incanto svanite (ma il regista ci fa vedere, a noi spettatori con il barattolone del pop-corn in mano, che i quattro hanno preferito scendere qualche fermata prima). Indi il regista inquadra la faccia della ragazza, stupita delle proprie doti sciamaniche, e la dissolve, la faccia non la ragazza, nel disco del Sole nascente.
E così siamo arrivati al settimo post di quello che potrebbe sembrare il tema di una tesina universitaria in Storia del Cinema, e invece è il filo conduttore di una serie di post dedicati all’elencazione di scene esoteriche nel cinema occidentale, elencazione piuttosto che svelamento delle stesse, perché essendo appunto esoteriche mi restano di significato oscuro. Be’, c’è qualcosa in queste scene che sto prendendo in esame, un deposito di conoscenza dedicato non al grosso pubblico ma ad un'élite…
"Con il termine élite si designa un ristretto sottogruppo di un sovraordinato gruppo o categoria sociale, a tale sottogruppo viene attribuita una specifica o generica superiorità rispetto alla restante parte del corpo sociale di riferimento; il consenso a tale attribuzione può essere più o meno generale e, al limite, circoscritto agli stessi membri della élite. Benché il termine sia intrinsecamente elogiativo, quando è adoperato da coloro che non ne condividono l'attribuzione assume un connotato dispregiativo (es: le auto-nominate élite).” (da Wikipedia)
Gira e rigira i Nostri (Guerrieri della Notte, 1979) stanno tornando a Coney Island. Ingiustamente incolpati dell’attentato al Bin Laden di quel tempo là, che boss della gang delle gang, aveva un sogno fisso in testa (congiungersi carnalmente, ma senza amore, come le suore e i frati al tempo del Boccaccio, con tutta la cittadinanza di New York, notte e dì), e invece si era preso un colpo di pistola nel cuore e, è… è morto (come Bin Laden). Dopo una notte di fughe e duelli, i Nostri, sudici stanchi affamati, salgono sul primo treno che li porterà a casa. Loro ospite, una tipa fuggita e/o rapita dalla banda degli Orfani; anche lei non è messa bene (se nel palcoscenico della vita il vagabondo Huck Finn avesse avuto una sorella, ebbene, lei è proprio nata e sputata per quella parte). Ma, improvvisamente salgono sul metrò due coppie di ragazzi in bianco vestiti, forse un’élite? E siedono, loro ridenti, loro comunicativi (ma sempre all’interno dell’élite), proprio davanti alla coppia torvamente muta, cioè il Capo Guerriero e l’Orfana fuggitiva. I Quattro dell’Èlite quando si accorgono di essere davanti all’antimateria di Zichichi prima non credono ai loro occhi, poi un vago desassossego si forma nei loro cervelli panici, indi palesemente si manifesta nei loro sguardi disapprovanti e forcaioli appuntati, più che altro, sui panni sudici e la morale dubbia della ragazza. E l’Orfana, chiude gli occhi per non vedere ciò che vede negli occhi dei 4 P.M..
Quando la ragazza riapre gli occhi, le coppie sono per incanto svanite (ma il regista ci fa vedere, a noi spettatori con il barattolone del pop-corn in mano, che i quattro hanno preferito scendere qualche fermata prima). Indi il regista inquadra la faccia della ragazza, stupita delle proprie doti sciamaniche, e la dissolve, la faccia non la ragazza, nel disco del Sole nascente.
E’ l’alba.
Adesso, se c’è un legame esoterico che lega l’Orfana al disco del Sole, io non lo so… forse i quattro non erano P.M. ma vampiri?
Vasco Ronchi avrebbe saputo rispondere all’enigma, ma… è morto.
Pure lui.
- Nata in Egitto. Mai sentito parlare di Egitto prima d’ora. Una terra straniera, forse. Mummia, Mummia. Che calma, che dignità. E’… è morta?
- Oh, sacré bleu. Morta da tremila anni !
(turisti americani al museo egizio, Mark Twain, Gli Innocenti all’estero).
Pure lui.
- Nata in Egitto. Mai sentito parlare di Egitto prima d’ora. Una terra straniera, forse. Mummia, Mummia. Che calma, che dignità. E’… è morta?
- Oh, sacré bleu. Morta da tremila anni !
(turisti americani al museo egizio, Mark Twain, Gli Innocenti all’estero).
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