Le oloturie sono piante, animali, virus, batteri o ciottoli levigati dalla corrente di un torrente montano? Questo è il nocciolo del post.
Sicuramente non sono sassi, ma organismi viventi, perché una tradizione culinaria millenaria proibisce, anche al refrattario alle usanze terrestri e tetragono capitano & ingegner Nemo, di cibarsi di sassi.
Gli organismi viventi si ordinano seguendo una struttura gerarchica di classificazione, elaborata, limata e messa a punto nel corso degli ultimi due secoli dalla comunità scientifica

E via via, dividendo il creato, binariamente parlando, con il metodo aristotelico-holmesiano, potremmo insegnare ad un robot a muoversi e interagire nello spazio antropizzato, così che sarà in grado di porre in essere opposte strategie, se collocato in spazi umani dissimili, ad esempio, l’asettica cucina di un appartamento e la sala dei crostacei del museo zoologico cittadino.
Ora, il solito lettore astioso si ricorderà di aver trovato, un giorno, un millepiedi avvoltolato a palla, mentre sciacquettava il lattughino nell’acquaio del tinello, e legandoselo al dito, l’astio non il millepiedi, me lo farà sicuramente pesare. Va be’, torniamo a capo, cioè alla struttura gerarchica di classificazione, perché devo ancora elencare i livelli della struttura. E questi, in ordine crescente d’inclusione di tipologie d’esseri viventi (che nuotano, volano, radicano, strisciano e zampettano), sono: la specie, il genere, la famiglia, l’ordine, la classe, il phylum e il regno.
Se una sera d’autunno umida e piovigginosa mettiamo una oloturia (si trovano nei negozi specializzati in articoli da viaggio e sport estremi) in un vasetto vuoto di marmellata, la ricopriamo di latte e la lasciamo a mollo tutta la notte, la mattina di poi siatene certi e convinti che non troverete né lo yogurt né il kefir, né tanto meno la birra, ne consegue ed è lampante, non solo per il mite muratorino ma anche per il duro Stardi, che l’oloturia non è un lievito, inoltre nessuna cellula dell’oloturia è in grado di sintetizzare la clorofilla, e quindi non è neppure un particolare tipo di batterio. Adesso affermiamo che non è un batterio in generale e si fa prima, e neanche un virus, questa strana creatura che tuttalpiù è ospite del batterio malato, e ne condiziona il comportamento, così nei cani infetti e si chiama rabbia, così nei fanatici umani e si chiama “eccesso di zelo religioso”. Infine, le cellule dell’oloturia sono separate dall’ambiente da una membrana che consente il passaggio selettivo di sostanze: non sono cellule vegetali. Può un organismo composto di cellule animali (ricordate Aristotele?) essere un vegetale?, sì ma è roba da Fisiologo, come la pecora con il vello d'erba. Basta così, l’oloturia è un animale pluricellulare, e non un vegetale.
Punto e a capo.
Esclusi i vegetali, che stanno lì e non fanno male a nessuno, esclusi anche lieviti, virus e batteri, in materia di grosse bestie, non si può non prendere le mosse dalla fonte tradizionale per eccellenza, quella biblica di Genesi, I. 20-25:
Poi Dio disse: “Producano le acque in abbondanza animali viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l’ampia distesa del cielo”. E Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, i quali le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, ed ogni volatile secondo la sua specie. E Dio vide che questo era buono. E Dio li benedisse, dicendo: “Crescete, moltiplicate, ed empite le acque dei mari, e moltiplichino gli uccelli sulla terra”. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il quinto giorno. Poi Dio disse: “Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie”. E così fu. E Dio fece gli animali selvatici della terra, secondo la loro specie, il bestiame secondo le sue specie, e tutti i rettili della terra, secondo le loro specie. E Dio vide che questo era buono.
Orsù, riprendiamo il metodo aristotelico e chiediamo alla nostra oloturia, dopo averla tolta dal barattolo di marmellata, possiedi o non possiedi le ali per volare? Non ho testa né occhi per guardarti, né orecchie per ascoltare la tua domanda e neppure un apparato vocale adatto per poterti rispondere a tono, in ogni caso, anche se sono fatti personali, rispondo che non ho le ali, e prevedendo la tua prossima domanda oziosa, no, neppure le zampe. Ci sarà, a questo punto del post, qualche lettore un po’ malizioso che esclamerà, sei proprio messa male, mia povera e disgraziata oloturia. Eppure, secondo la teoria dell’evoluzione delle specie anche noi un giorno avevamo forma e stile di vita simili alle attuali oloturie, miti e pacifici strisciavamo sul fondo degli abissi del mare, suzzandone il fango, poveri e nudi, felicemente all’oscuro della superbia degli ingrati eredi.
Secondo il dettato biblico l’oloturia sarebbe un pesce, e correggendo leggermente il tiro si può ipotizzare che un pesce non è ma sicuramente appartiene al phylum degli Echinodermi. Ho saltato qualche passaggio nella dimostrazione. Comunque, gli echinodermi sono animali esclusivamente marini e vivono sui fondali, sono dotati di un endoscheletro calcareo, e sono generalmente ricoperti da protuberanze e aculei. Nel caso particolare, la forma delle oloturie è cilindrica, a barilotto. In condizioni di forte stress ambientale gli echinodermi si autorompono, per esempio espellendo i visceri, rompendo le parti distali del corpo, per esempio le braccia nelle stelle di mare. L’animale tuttavia non muore, mi spezzo ma non mi piego è il motto dell'echinoderma, a meno che non espella i gangli cerebrali, che tutto gli ricresce, felicemente come la coda alla lucertola, meno i gangli. A noi esseri umani, con antenati in comune con il phylum degli Echinodermi, sono rimasti solo i modi di dire, le frasi fatte, basta mi sono rotto, mi spezzo ma non mi piego, ecc.
L’oloturia è comunemente detta cetriolo di mare, e da qui forse per analogia, la conserva di oloturie del cuoco del Nautilus, perché Nemo sente sempre un’imperiosa necessità di imitare pietanze e ricette della terra ferma. Questi cetrioli però aborrono il sole almeno quanto i Testimoni di Geova aborrono la barba, hanno una vita essenzialmente notturna, i cetrioli non i Testimoni che sono attivi essenzialmente la domenica, sono cetriolini by night :) e pare tendenzialmente velenosi, infatti, le abbronzate genti del Pacifico usano fare a pezzi i cetrioli di mare e spremerne il succo nelle pozze delle scogliere per stordire i pesci.
E se così fanno le genti del Pacifico, lo faranno anche i malesi, forse.
Alla prossima puntata per studiare la connessione fra la conserva di oloturie del capitano e i malesi.
(*) Assaggiate tutti questi cibi; ecco una conserva di oloturie che un malese direbbe senza rivali al mondo; ecco una crema di latte fornito dalla mammella dei cetacei, e lo zucchero dai grandi fuchi del mare del Nord, e infine permettetemi di offrirvi marmellata di anemoni che sono migliori dei frutti più saporiti.
J. Verne, Ventimila leghe sotto i mari
Nessun commento:
Posta un commento