domenica 1 novembre 2009

Ritornati dalla polvere (n. 2)

Terra, anno 2293. L’umanità è in pratica sulla via del non ritorno, la voglia di progredire, di ricercare, di sperimentare nuove cure per il raffreddore si è esaurita, la fiaccola del progresso si è spenta, l'umanità ha appeso le scarpe al chiodo, insomma è quasi estinta; solo resiste qua e là qualche sparuta frangia di resistenza: disperati uomini e donne spaurite, con i vestiti del colore delle foglie morte. Questa miserabile umanità senza speranza sopravvive accanto ai topi, nelle città in rovina, e viene pure crudelmente assottigliata per mano degli Sterminatori, condotti dal brutale Zed (Sean Connery).


Gli Sterminatori (ma anche l’altra umanità) è devota, fino al fanatismo, al malvagio dio Zardoz (che si chiama come il titolo di un bellissimo film di fantascienza). Zardoz è una sorta di enorme testone di pietra monomaniaco che svolazzando nei cieli plumbei non tralascia mai di ordinare lo sterminio dell’umanità (quella dei vestiti colore ocra), e vomitare sugli sterminatori fucili, pistole e caricatori assortiti.

Zardoz non è un dio, ebbene no, ma una macchina, solo una macchina, per quanto assai evoluta. Zardoz è una invenzione degli immortali, scienziati che vivono nei Vortex, specie di villaggi agrituristici sparsi sul pianeta. In teoria questi scienziati, uomini e donne (una a caso, Charlotte Rampling) sono diventati immortali per spingere la scienza oltre i confini presubibilmente toccati dalla nave stellare Enterprise nel suo viaggio quinquennale, ma in pratica passano il tempo a spingere un carrettino del fornaio, pieno di strani filoncini di pane verde, ad invecchiare di mesi o anni qualche reo, colpevole di non pensare in sintonia, e a sognare in comune quasi tutto il dì e la notte.

Intanto tra le genti, dimenticate da Dio ma ben presenti a Zardoz, e gli sterminatori tutto prosegue con la solita routine in stile guerra fredda, quando era sufficiente nascere a destra o a sinistra di un muro per essere chiamato zombie o credersi un uomo libero, fino a quando un giorno come un altro, durante il solito saccheggio, tra uno stupro e un ammazzamento…

Zed vede un tizio mascherato che da una finestra gli fa cucù…


Lo 007 prima maniera non era tipo di farsi fare cucù alla finestra senza reagire e così, in un secondo o due, ha già sfondato l’uscio e penetrato dentro l’edificio (una biblioteca), pronto a zardozzare l’ultimo disgraziato buontempone. Sale le scale e di nuovo vede il misterioso individuo…

...che lo invita ad entrare nella biblioteca.


Dove gli indica un libro… Libro che resterà sospeso in aria, come per magia. Il misterioso individuo ha pensato bene di legare il libro ad un filo per allontanarsi senza pericolo… E’ un libro per bambini, per imparare a leggere. E sarà il primo di tanti altri. Zed ci prende gusto, e legge legge legge, fino a quando scopre un libro fondamentale; una vera e propria bibbia...



...che gli farà perdere per sempre la fede in Zardoz, e scatenargli dentro e fuori un’ira funesta (eccolo, infatti, mentre getta in aria una raccolta, rilegata in marocchino rosso, di opere scelte di Bruno Vespa).


Domanda: perché Il meraviglioso Mago di Oz fa perdere a Zed la fede in Zardoz?


E quella sua famosa libreria? E’ forse ancora dispersa su per i muriccioli. (A. Manzoni)

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