venerdì 11 dicembre 2009

Ritornati dalla polvere (n. 4)

Terra (in particolare Italia). Anno 1922. L’umanità è in pratica sulla via del non ritorno, la voglia di progredire, di ricercare, di sperimentare nuove vie, insomma la fiaccola del progresso si è spenta, l'umanità ha appeso le scarpe al chiodo; solo resiste qua e là qualche sparuta frangia di resistenza, disperati uomini e donne sopravvivono accanto ai topi, nelle città e nei paesi in rovina, crudelmente assottigliati per mano di servi facinorosi dei proprietari terrieri (a sud) e degli industriali (a nord), servi condotti da un brutale e spiritato già maestro di scuola elementare e ora maggiordomo di un re nano.

Luca Marano, giovane studente universitario, è a caccia di libri di storia e politica, e li cerca proprio nel suo paese, in Molise. Ma non era facile trovare libri per studi personali. I professionisti del posto, avvocati, medici, notai, leggevano e rileggevano sempre gli stessi libri; “quelli che avevano acquistato negli anni dei loro lontani studi universitari. Li avevano letti in giovinezza, continuavano a leggerli in vecchiaia” (*). Luca allora chiede aiuto all’intellettuale del paese, il chiarissimo don Benedetto Ciampitti. La biblioteca di don Benedetto è ricca ma singolare, circa quattromila volumi, dal Quattrocento fino all’Ottocento. Dopo, solo il deserto dei Tartari, che non è il romanzo di Buzzati ma solo un modo di dire, per dire nulla.
Legge con metodo, don Benedetto, ma il suo metodo è assai singolare, ha iniziato da ragazzo con il Quattrocento e ora che è un vecchio saggio, assetato di vino rosso, ghiotto di castagne arrosto, è arrivato al Seicento. Ora, proprio adesso, sta leggendo i Ragguagli di Parnaso di Traiano Boccalini (e da vero intellettuale non si fa certo distrarre e imporporire da un habbiano con l'h).

“Mio nonno fece scarsi acquisti, mio padre e io non abbiamo comprato niente. Io penso che è inutile acquistare libri quando se ne hanno migliaia da leggere. Io leggo da quarant’anni, con ordine; sono arrivato al Seicento...” (*)

Ma don Benedetto è uno spirito balzano, per non dire che è un povero grullo, infatti, accoglie il giovane Luca offrendogli sigarette, vino rosso e marroni arrostiti su un fornello, ma alla prima timida richiesta di Luca di leggere "qualche classico di storia e politica" lo prende a bersaglio a colpi di libri.

Oceano (da qualche parte sotto il mare). Anno 1866. Il capitano Nemo mostra con orgoglio la sua biblioteca personale al professore di scienze naturali.

“…il mondo per me ebbe fine, il giorno in cui il mio Nautilus si immerse per la prima volta in mare. In quel giorno ho comperato i miei ultimi volumi, i miei ultimi opuscoli e giornali, e dopo di allora voglio credere che l’umanità non abbia più né pensato, né scritto.” (**)

Nemo, da Genio (della lampada), legge e rilegge, senza ordine, gli stessi libri, alle cinque della sera, sotto il mare. Generosamente offre in lettura i suoi libri al suo ospite-prigioniero, offrendo marmellate di anemoni e conserve di oloturie.

Un grullo e un Genio, e però gemelli.

(*) F. Jovine, Le terre del Sacramento.
(**) J. Verne, Ventimila leghe sotto i mari.


E quella sua famosa libreria? E’ forse ancora dispersa su per i muriccioli. (A. Manzoni)

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