Ora immaginate Giove sospeso nel vuoto con i suoi satelliti che gli danzano attorno da milioni e milioni di anni, immenso, solitario e magico. Ma per Stanley Kubrick in 2001 odissea nello spazio nella scena di Giove e i satelliti mancava qualcosa, per essere perfetta. In fondo basta poco, per dare vita ad una scena, anche solo uno straccio pendulo appoggiato su una sedia. Ecco allora infilarsi tra Giove e i satelliti non una sedia (è ovvio) ma un maestoso e lucido monolito nero, con sottofondo di musica di Strauss, a tutto volume. Il monolito riesce a impallare perfino il gigante gassoso, riducendolo ad una semplice texture.
Il monolito appare sempre nei momenti meno opportuni, forse per contratto o forse per rendere fantascientifico un panorama, una stanza, un luogo, banali e scontati come Giove e i suoi satelliti. E’ un fatto che l’attore principale di 2001 odissea nello spazio non è HAL ma Obelix, il monolito nero. Il monolito non ha una sola battuta degna di nota nel copione, quelle di HAL invece si sprecano. Chi non ricorda la frase “la mia mente svanisce”? Eppure la vita di HAL è solo un singolo episodio contingente nella trama di 2001 odissea nello spazio. HAL declina le proprie generalità, gioca a scacchi, guarda con l’unico occhio congestionato i disegnini dell’astronauta-artista, sembra quasi uno di famiglia, e lo spettatore piano piano, e mano mano, gli si affeziona, fino a partecipare alla sua angoscia esistenziale (la mia mente svanisce... ma prima vi canto una canzoncina, ecc.). E poi? Poi sparisce dalla scena e dalla trama del film, come se non ci fosse mai stato. Al contrario il contributo del monolito nero alla trama di 2001 odissea nello spazio è fondamentale, è come un filo rosso che lega assieme i vari episodi del film, anche se resterà sempre un mistero cos’è e perché è.
E’ il monolito a suggerire il primo pensiero criminale alla sua tribu preferita di pitecantropi. Prima della sua misteriosa apparizione (la mattina del 23 ottobre dell'anno 4004 a.C?) i pitecantropi eletti dal Signor Monolito spartivano il pasto con i tapiri e contribuivano all'apporto proteico nell'alimentazione del piccolo felino zonale, dopo l’apparizione del Mister sono i poveri tapiri a servire da pasto ai pitecantropi eletti. Indubbiamente c’è stato un salto evolutivo. A ruota segue il primo omicidio intraspecifico della storia, per il possesso esclusivo di una pozza d’acqua sorgiva. In un gesto di liberazione e di disperazione e quasi pentimento (e così inventa pure la religione) l’ominide lancia in alto l’osso insanguinato che ruota e ruota, e ruotando si libra sempre più in alto, sempre più su, più su, fino a trasformarsi in una magica stazione orbitale. Kubrick doveva essere un lettore di libri gialli. Gli espedienti usati per eliminare l’arma del delitto sono tre: o trasformare l'arma in qualcos’altro o distruggerla o farla sparire. Il pitecantropo non poteva mangiare anche l’osso, né poteva bruciarlo (il fuoco non era stato ancora inventato), l’unica alternativa era trasformare l'osso in una stazione orbitale.
(*) Il bagno dell'astronauta-sedentario. Grande e luminoso. L'astronauta ha fatto soldi (ma probabilmente non con i disegni mostrati a HAL), impossibile non citare l'immagine speculare (da un film di Mel Brooks):
Notare nel bagno dell'astronauta-sedentario i 4 asciugamani penduli e il gioco di specchi. Visitiamo l'ultima stanza...
(*) Un vecchio seduto a tavola, lavora di forchetta e coltello. Lui può permettersi la maleducazione di dare le spalle alla porta, nessun felino in agguato, neppure il gatto (tutti estinti); il tapiro è nel piatto.
(*) Le immagini sono state create con Autostitch, programma freeware finalizzato alla generazione di immagini panoramiche.
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