Ellery batte sui tasti di una macchina per scrivere. Un cranio messo lì assiste (e che altro può fare?) al tranquillo parto creativo dello scrittore.
Dato curioso: nello studio dello scrittore di libri gialli non manca mai un cranio o una calotta cranica (notare che nello studio del medico più o meno folle è immancabile lo scheletro appeso); il cranio è d'obbligo come il calice di vino (talvolta bianco, talaltra rosso) sbevazzato dall'attore protagonista che s’improvvisa cuoco per una sera e per un'amica, tra girate al sugo e tagliuzzamenti di verdure varie.
Ellery continua a battere sui tasti, così non si può andare avanti e, infatti, la scena si anima di una presenza. In fondo (dietro al cranio) appare una figura umana maschile, chi è?
E' ovviamente l'ispettore Queen. Esiste una connessione tra un cranio, probabilmente di plastica, e l'avo paterno? Ebbene sì, e rientra nel codice della buona educazione, delle buone maniere.
L'ultima immagine di questo post è presa da un altro episodio della serie televisiva, e mostra un EQ concentrato nella lettura che tamburella con le dita della mano sinistra sul solito povero cranio indifeso. Il padre irritato gli fa subito notare il gesto ed Ellery prontamente smette di tamburellare.
L'educazione non è tenere o no il cappello in testa in casa (anche se in seguito Ellery dirà una frase straordinaria, alla Tex Avery: "Ma io non ho bisogno del cappello!" con ovvia approvazione del padre, che al solito non ha capito niente; ma pensate, immaginate un Tenente Colombo che getta via impermeabile e sigaro verde, perché poi verde? un Berlusconi che non si tinge più i capelli perché si rassegna al fato e all'alopecia, un Brunetta che si dà all'ippica, un Franceschini liberato dall'ossessione di Silvio e le fanciulle), maleducazione è usare un cranio come se fosse un tamburello, usare qualcosa come se fosse qualcos’altro, usare qualcuno come se fosse un oggetto.
Non sta forse nel rifiuto delle buone maniere l’origine di tutti i mali, compreso l'assassinio?
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