lunedì 24 agosto 2009

In attesa dello zio di Andromeda (stella Alfa)

Nel 1977 una commissione guidata da Carl Sagan ebbe l’incarico dal governo americano di interpellare "figure di rilievo mondiale, semiologi, pensatori, artisti, scienziati e scrittori di fantascienza chiedendo loro cosa poteva penetrare la coscienza di ascoltatori e spettatori inimmaginabili" (*). Il risultato fu il Voyager Golden Record, un disco fonografico inserito nelle due navicelle Voyager, lanciate nel 1977, e contenente suoni naturali e umani (per esempio il suono di un treno che passa accanto a un passaggio a livello), brani musicali, una breve frase di saluto in 55 lingue e 115 immagini. Insieme al disco fu inserita nella navetta anche una testina di lettura e le istruzioni per l’uso, scritte in geroglifico.
Tra 40.000 e più anni il Voyager 2 forse finirà la sua lunga fuga solitaria e disperata, sarà intercettato da qualche forma di vita aliena e intelligente abitante il terzo pianeta della stella Alpheratz nella costellazione di Andromeda.
"E’ maschio o femmina?". La tipica domanda che l’alieno Omega farà all’alieno Alfa messo di fronte al Voyager 2. Poi dopo averlo guardato, leccato, annusato, rigirato e sondato sopra e sotto approderanno alla constatazione che per noi umani era banale nel lontano 1977: è solo un oggetto. E lo apriranno. Ci metteranno il tempo necessario (Roma non fu fatta in un giorno) ma poi decifreranno anche i geroglifici del manuale d’istruzioni. Scopriranno qualcosa che per noi era ovvio già nel 77: il Voyager è un contenitore di informazioni. Vedranno e sentiranno (se avranno occhi e orecchi umanoidi, come gli alieni di Star Trek). Con la coscienza violata e folli di sapere, presi nella rete, pieni di smania di capire chi ha spedito (e soprattutto a chi) nell’universo tali immagini e suoni, spazzoleranno il cielo stellato con i loro potentissimi strumenti e non avranno pace (perché il desiderio di capire è peggio del mal di denti) fino a quando non avranno nel mirino, del cercatore, il terzo pianeta del nostro sistema solare. E’ sempre bene rivolgersi alle fonti di prima mano. Perché cosa mai potranno capire gli alieni dalle immagini e dai suoni scelti da figuri di rilievo mondiale?
Per esempio guardate l'immagine in alto e provate a mettervi nei panni di un essere di media intelligenza aliena; cosa vedete? Forse, se l’alieno è un sentimentale, un tontolone facile alla lacrima come gli alieni di Star Trek, vedete un vecchierel canuto e bianco, ma ancora in gamba, che porta a spasso il figlio piccino picciò, che tutto contento lo segue, passo passo, con la lingua a spasso. Ma se non è un alieno sentimentale, se è punto empatico, insomma se è il tipico omino-verde-maligno allora forse vedete solo due macchie biancastre. Certo, capirà che sono due esseri viventi, embè? Cosa li unisce? manco un guinzaglio. Certo il bastone fa sperare...
E se capiranno che quelle macchie biancastre, quelle più grosse, sono esseri intelligenti, cosa penseranno di noi, delle nostre usanze a tavola, soprattutto delle nostre buone maniere a tavola, dopo aver finalmente decifrato questa immagine?



(*) A. Weisman, Il mondo senza di noi (Einaudi), pag. 302

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