sabato 16 gennaio 2010
Bestiario n.1 (l’uomo nero imbalsamato)
L'immagine di un “perplesso” astronauta Taylor, con tanto di collare, ma privo del guinzaglio (sfuggito dalle grinfie del gorillone tonto sorvegliante nello zoo cittadino), bloccato per sempre in un frame mentre osserva uno dei suoi tre ex compagni di navigazione sull’astronave, trasformato in cosa non si sa (faranno tutti e tre una brutta fine i compagni di Taylor, il primo, una donna eletta per la bellezza, e forse intelligenza, alla procreazione assistita a turno dai 3, è già una mummia incartapecorita ancor prima di arrivare sul pianeta, poi c’è questa cosa, e infine il terzo che sognava giorni di gloria, è un povero spettro lobotomizzato cui il chirurgo ha tolto per sempre la facoltà di comporre un pensiero in parole o di fare cucù dietro la finestra di un manicomio), manichino di cera o calco di gesso, un uomo nero imbalsamato per il divertimento domenicale delle scimmie grandi e piccine, condotte per mano le piccine, nella visita del museo zoologico della cittadina delle scimmie, dove un tempo - un tempo che è solo leggenda - esisteva una sterminata metropoli d’umani, prima del diluvio, quando ancora la metropoli era bazzicata dal vecchio rigattiere Fred Sanford e da suo figlio Lamont, prima che lasciassero il campo e le strade e le piazze e gli ospedali e i ponti e i negozi, bar, case, scuole, ecc. a nerovestiti mutanti medievalisti con occhiali neri e occhi bianchi, ebbene, questa immagine mi conduce a postare due riflessioni e una rifrazione.
Prima riflessione. Chi è il bestiario qui? E’ il gorillone tonto dello zoo (ricordo che il bestiario era anche un tizio che aveva cura delle fiere) o è l’uomo nero imbalsamato con due biglie di vetro bianco al posto degli occhi?
Seconda riflessione. Perché Taylor è perplesso? Forse è colto da un deja vu, percezione di un futuro alternativo, dove avrà da combattere contro medievalisti con gli occhi bianchi.
E poi la rifrazione. La legge della rifrazione afferma che il raggio di luce rifratto, il raggio incidente e la normale alla superficie rifrangente appartengono allo stesso piano. Qui la luce è sostituita da un proiettile sparato da un gorilla facente funzioni di poliziotto, materializzatosi improvvisamente alle spalle di Taylor, e che nel mirare Taylor ha centrato la nuca dell’uomo nero imbalsamato. Dalle tre immagini non si riesce a capire se Taylor chiuda gli occhi per l’orrore della visione di un Vladimir Lenin nero imbalsamato o più prosaicamente per proteggerli dalla polvere bianca di gesso.
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