lunedì 25 gennaio 2010

no free dogs (1)

Vi ricordate quei vecchi magici cartoni animati della WB, dove la storia, qualunque essa sia, inizia sempre con un grosso gatto tonto che saltella girando attorno ad un gatto piccoletto, fosco in viso e dagli occhi impazienti? Il gatto piccoletto procede per la sua strada, andante cupo, con i pugni stretti e lo stomaco vuoto. Il gatto grosso non è capace di fare un passo senza chiedere cosa ne pensa il compagno di questo e di quello e di codesto. Tutte le sue frasi sono domande. E tutte le domande terminano - come una invocazione, come una preghiera - con il nome del piccoletto, George. George è il leader, è la mente della coppia, l’altro è la spalla, o meglio il braccio. Talvolta al posto della coppia di felini c’è una coppia di cani, ma le parti non cambiano. Sono due personaggi straordinari, ma legati da un'amicizia che capita di vedere anche nella vita reale. All'inizio della storia deve esserci stata una rissa tra i due, o forse no, forse è bastato lo sguardo magnetico e fosco del piccoletto per definire per sempre i rispettivi ruoli, ruoli che quasi sempre non mutano, a meno che nella storia non si infili un canguro, scambiato per un topo gigante (se i due sono gatti) o una pantera scappata dallo zoo (se i due sono cani). Ecco un esempio di dialogo fra i due:

Lennie gli volse uno sguardo timido:
“George?”
“Eh, che c’è?”
“Dove andiamo, George?”
L’uomo piccolo volse in giù la tesa del cappello e sogguardò torvo Lennie: “Te lo sei già dimenticato, eh? Bisogna che te lo dica un’altra volta, vero? Sangue di dio, che razza di scemo.”
“Ho dimenticato,” disse Lennie sommesso. “Ho cercato di non dimenticare. Davvero ho cercato, George.”
“E va bene. E va bene. Te lo dirò un’altra volta. Sicuro, non ho niente da fare. Posso passare tutto il tempo a dirti le cose e tu le dimentichi, e io debbo ripeterle.”
“Ho cercato davvero,” disse Lennie, “ma non sono riuscito. Dei conigli mi ricordo, George.”


Sorpresa! Il dialogo è copiato dall'inizio di un romanzo breve o racconto lungo (sing) di John Steinbeck, Uomini e topi, (1937) nella traduzione di Cesare Pavese del 1938. Le date sono fatti, non solo in archeologia, i creativi della WB hanno copiato Steinbeck.
E poi quelli della WB fanno tante storie sul (C)!
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