domenica 3 gennaio 2010

Anabasi di una parola (I)

cercando di imparare e usare le parole, e ogni tentativo
è un ripartire da capo, e un tipo diverso di fallimento.
(*)


Nel leggere questo libro che sta qui aperto sul tavolo, ed è un capolavoro della letteratura americana del Novecento, intitolato Pian della Tortilla, nella classica traduzione fatta da quel maestro del pensiero del novecento italiano che era Elio Vittorini, sono incappato ‘sta volta non in una frase misteriosa ma in una parola misteriosa, caduta quasi per caso sotto la lente di ingrandimento del mio occhio anabasilico (dunque faccio progressi nell’arte della contemplazione della pagina a stampa). Ecco la frase con la parola misteriosa colorata in blu:

Di rado la faccia di Torrelli dava mostra di un sentimento che non fosse sospetto o ira. Nella sua qualità di bootlegger, e nei suoi rapporti con la gente di Pian della Tortilla era sempre sospetto o ira, ira o sospetto che trovava esca nel suo cuore. E la sua faccia ne prendeva subito nota (*).

Bootlegger! chi era costui? Non ho cercato la parola misteriosa su Google, né su Wikipedia, ergo il mistero rimane intatto.
Nell’aggiornato e nuovo Dizionario Inglese – Italiano, e Italiano – Inglese, di Mario Hazon, cerco la parola misteriosa… boomerang, 1. boomerang, 2. azione che ricade su chi la commette, boot, stivale, to boot, 1. mettere gli stivali a 2. essere di vantaggio: what boots it to weep?, a che serve piangere?, bootee, stivaletto per donna, scarpetta di lana per bambini, booth, baracca, capanna; ecco to bootleg, (amer.) fare il contrabbandiere di bevande alcooliche, bootlegger, contrabbandiere di bevande alcooliche (Torrelli fa anche lo spacciatore di bevande alcooliche), e leg si traduce in gamba, to leg, camminare in fretta, correre. Curioso, nella pagina accanto trovo Leghorn, Livorno, ma anche cappello di paglia di Firenze, e pure gallina livornese. Vedi i turisti americani dell’Ottocento, attraversare l’Atlantico con il bastimento, per venire a Firenze a comprare il mitico cappello di paglia, tipico prodotto dell’artigianato fiorentino di un tempo che fu, ma sbagliare città e tornare a casa, un po’ perplessi, con una gallina al guinzaglio.
Ma perché Elio (il Vittorini) non ha tradotto questa parola? Forse che al tempo della sua traduzione, già quale tempo? forse il tempo della giovinezza di don Camillo e Peppone e del pollo alla creta del Bergassi, come lo faceva la povera Tesorina... quando, con il martello, si apriva quello scrigno…, ma era bootlegger parola così ovvia e scontata in Italia, a quei tempi, che cercare un'equivalente (o equipollente?) parola italiana sarebbe stato semplicemente ridicolo, una farsa, come voler tradurre, nell’Ottocento, leghorn ai fiorentini o ancora leghorn ai livornesi (pare che leghorn fosse parola ondivaga), o nel Novecento tradurre computer come elaboratore elettronico. Via, da stendere sull'aia a zampe all’aria, secca dalle risate, la gallina livornese di Elio.
O forse che Steinbeck attribuiva alla parola un recondito significato e di quel significato ne era incantato? Penso di no, che l’avrebbe scritta in corsivo, la parola, un modo come un altro per dire al traduttore italiano oh, questa parola non la devi mica tradurre; e, infatti, qualche pagina più in là, si legge amok, così in corsivo, e mica la traduce amok il nostro Elio, e proprio perché è scritta in corsivo! Comunque c’è questo oste della malora e del contrabbando, e di corsa per le strade polverose di Pian della Tortilla e con una faccia al tornasole, incapace di imbottigliare i sentimenti per il prossimo e serbarli per l’anno che verrà, come il gatto con gli stivali della favola.

Ora, di qualche mistero alla fine si arriva alla soluzione; tutti sanno, ed è stato lo stesso rocker a denunciarlo, alla fine e dopo anni di angoscia esistenziale, ricalcando, per certi versi, quali non so, le orme del suo collega, il famoso scrittore, di cui ora mi sfugge il nome, sì insomma quel tedesco del tamburino, che, cosa?, dove, chiudo la frase, in qualche modo, Bruce Springsteen non si è mai drogato. E la risposta a questo mistero si può trovare proprio nei primi versi, della prima canzone, del primo album di Springsteen:

Madman drummers, bummers and Indians in the summer with a teenage diplomat,
In the dumps with the mumps as the adolescent pumps his way into his hat.
(*)

Scritta con un rimario in una mano e un bloc notes nell’altra, è una canzone che sembra fatta di parole senza senso e casuali, e lo sono, infatti, eppure senti la vampa del sole di una stagione di leggerezza assoluta e vedi le strade secondarie deserte libere correre i cani senza guinzaglio e un ragazzo con in testa un ritmo tutto suo scansare la spazzatura.

Ok, ma perché diavolo un diavolo di vinattiere italiano, sempre inc*** e teso e pure becco, dovrebbe, per Elio, andarsene in giro vestito come una specie di gatto con gli stivali, be’ questo noi non lo sappiamo.

Con i prossimi post cercherò di venire a capo di questo nuovo e inquietante mistero, che già lo sento, ancora prima di pensare un pensiero strutturato in parole, incontrerò sulla strada un gatto con gli stivali, e il Tempo del primo uovo o della prima gallina, quando i nostri primitivi antenati ominidi andavano in giro, oltre che nudi, gesticolando muti pensieri selvaggi trafitti dai dardi di un sole bagnato (che pareva marzo).

Bootleggers, roll your tapes

(*) T.S. Eliot, Four Quartets. II: East Cocker, (traduzione di Leonardo Colombati, in Come un killer sotto il sole, editore Sironi)
(*) J. Steinbeck, Pian della Tortilla, 1935 (traduzione di Elio Vittorini).
(*) B. Springsteen, Blinded by the light, traduzione di L. Colombati, in op. cit.: Pazzi batteristi, vagabondi e indiani in estate assieme a un ragazzo appena diplomato / di umore nero e con gli orecchioni mentre l’adolescente segue un ritmo tutto suo sotto il cappello.


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