sabato 31 ottobre 2009

Ritornati dalla polvere (n.1)

Con questo post inizio una serie di post dedicati alle biblioteche presenti nei film e nei romanzi.
Il titolo del post, in sintonia con questa notte di Halloween, è copiato pari pari dal titolo di un romanzo di fantasmi e di strani esseri immortali e di streghe e maghi, di Ray Bradbury.

Da dove si comincia? Dalla biblioteca del monastero di Eco dirà qualche lettore. No, si comincia da una serie di stanze e corridoi deserti di un palazzo sfarzoso e direi principesco.
Un palazzo che è come un labirinto, fatto di cucine, cappelle, teatri, quadrerie, rimesse, scuderie, serre afose, di camere cupe e di camere solatie, di ambienti sfarzosi o miserabili, vuoti o affollati di mobili, di corridoi stretti e tortuosi, dove a furia di giravolte e di ritorni è facile perdere l’orientamento ed è necessario affacciarsi da una finestra senza vetri per capire dall’aspetto di una corte, dalla prospettiva di un giardino, in quale ala dell’immenso palazzo ci troviamo.
Testimoni muti del passaggio di esseri viventi sono, come contrassegni, la carogna di un animale, una manciata di pasta al pomodoro buttata o vomitata via.
Pensate che sto parlando per allegoria, e che il palazzo principesco sia l’Italia?
Ma no, è il palazzo di Donnafugata, così descritto, nella sua parte disabitata, nel romanzo di Tomasi di Lampedusa.

E i libri? i libri dove stanno, dirà il solito lettore astioso (e pure pedante… e ignorante). Be’, a parte lo strisciare di una lettera centenaria dimenticata che il vento faceva errare sul pavimento, tutti i libri del palazzo di Donnafugata o sono dispersi su per i muriccioli o sono in casa di Umberto Eco o sono stati traditi e sono polvere nel vento, come il povero Bendicò.

E quella sua famosa libreria? E’ forse ancora dispersa su per i muriccioli. (A. Manzoni)

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