mercoledì 2 settembre 2009

Firmino o della trasformazione unificatrice

Come ho scritto nel post di martedì 22 luglio 2008, a proposito del presunto plagio di Sam Savage (autore di Firmino) da un romanzo italiano intitolato Marta la Tarma, l'occhio di una tarma non si può riflettere in una tazza di caffè.

“Attento, lo guardavo abbassare lentamente la tazza del caffè, così lentamente che il suo occhio destro e la guancia s’increspavano appena, sospesi a galleggiare sulla superficie bruna dell’acqua come ninfee. Mi chiedevo se questo strano movimento ritardato fosse un ulteriore sintomo di sconforto. A causa della mia avversione per gli specchi, non avevo mai avuto modo di farmi una qualche idea riguardo alle regole di rifrazione. Così, non afferrai subito il fatto che se io potevo vedere il suo occhio, allora anche lui poteva vedere il mio.” (1)

Qualche critico ha voluto mettere a confronto l’occhio di un topo con l’occhio di una tarma come una prova del plagio, eppure nell’antichità classica, in certi riti d’iniziazione era usanza fare specchiare il giovane novizio in un’ampia coppa d’argento (vedi per esempio le pitture murali nella Villa dei Misteri a Pompei). L’iniziando credeva di veder riflesso il proprio volto nella coppa e invece vedeva l’immagine di una maschera, tenuta alla giusta altezza da un compagno.

“Il fanciullo crede di vedere se stesso e si riconosce come uno di quegli uomini più anziani, padri e maestri, che finora lo avevano dominato e guidato e al numero dei quali ora dunque appartiene lui stesso. E’ una trasformazione unificatrice…” (2)

Firmino non è la storia di un topo lettore, ma di un libraio che potrebbe diventare adulto grazie ad un topo. Trasformandosi in un topo perché no? (in fondo lo aveva già fatto Walt Disney). Incredibile ma vero, in mezzo ai libri, lettore di libri (soprattutto venditore di libri), eppure il libraio è incapace di salvarsi da se stesso (incapace di prendere il treno giusto al momento giusto). Il libraio non riconosce nel muso di un topo il proprio volto adulto. Al contrario, gli nasconde pure il veleno tra i libri.
Firmino è il triste racconto di una impossibile trasformazione unificatrice.

(1) Sam Savage, Firmino (Einaudi, Stile libero, pag. 91)
(2) Karoly Kerényi, Miti e misteri (U.S. Boringhieri, pag. 458)

Nessun commento:

Posta un commento