venerdì 18 settembre 2009

Paese d’Ottobre, n.1

“…paese dell’anno che volge sempre alla fine. Paese con alture di caligine e fiumi di foschia; dove i meriggi fuggono, i vespri e gli albori indugiano e le notti rimangono. Paese fatto più che altro di cantine, cellieri, carbonaie, soffitte, credenze, sgabuzzini, tutti sul lato opposto al sole. Paese di gente autunnale, con pensieri soltanto autunnali, il cui passo di notte sui marciapiedi ha suono di pioggia…” (*)

Con questo post metto in rete una serie di riflessioni, per l’appunto, autunnali, e talvolta con immagini autunnali, perché ormai siamo alle porte coi sassi del 2009, e del blog cg-cad.

La fede sta nella credenza, dietro il barattolo del caffè, accanto al miele.

Le mattine si sono fatte più oscure, sembra di vivere in cantina, accanto a bottiglie di vino da pasto, fosse solo quello, ma le etichette mostrano le facce ridenti di Hitler e Mussolini e il Che (e quello sul tappo chi è?).

Chi si lagna per Cartagine in fiamme, chi s’indigna per l’assassinio di Cesare? Penso nessuno. Cesare, infatti, è dovunque (o dappertutto?) sul mercato, probabilmente esiste anche una linea di spugne e saponette con il suo nome.

L’indignazione (e il pianto) nell’opinione pubblica segue le regole dell’igiene cimiteriale.

Chi si è scandalizzato (in Italia) nel vedere bottiglie di vino con le facce ridenti di Hitler e Mussolini? Solo una ingenua francese in gita ha protestato indignata. E un lettore di un giornale on-line ha così commentato la notizia: se ne stia a casa.

Un frammento di Blob di qualche anno fa: la buonanima di G. Funari declama a tutto volume: ‘sti americani mi hanno proprio rotto il c****, e poi vedi una spiaggia deserta in Normandia.



(*) R. Bradbury, Paese d’ottobre (Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, 2001)

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