mercoledì 23 settembre 2009

Il bollito dell’Ingegner pesce


In questa immagine, presa dal film Ventimila leghe sotto i mari, si vede bene il coltello tenuto in mano da Ned Land (e che adopera a guisa di forchetta): è un coltello a punta stondata (e allora? dirà qualche lettore astioso). Ho già scritto (Wunderkammer n. 4) e non mi ripeto che Nemo è un pazzo fanatico, igienista ossessivo, permaloso e vendicativo, ma ho dimenticato di aggiungere che è anche un Ingegnere (figura professionale tipicamente ottocentesca).
Nemo ha lasciato diploma di laurea e terra ferma per vivere come un pesce nel barile del Nautilus, ma alla sua tavola i coltelli hanno la punta stondata. Coltelli da bollito.

La trasformazione della punta del coltello da acuminata ad arrotondata, come s’inizierà ad osservare nel terzo quarto del Seicento è, ad esempio, riconducibile sia alla sempre più massiccia presenza sulla tavola di carni bollite che soppiantano le carni arrosto (quindi alla storia dell’alimentazione), sia alla volontà di imporre con forza il divieto di nettarsi i denti con le punte dei coltelli durante e dopo i banchetti, il che rimanda a norme di comportamento sociale che altro non sono che codificazioni dell’autocoscienza di una classe la quale, attraverso semplici atteggiamenti esteriori, è alla ricerca di nuovi contrassegni distintivi da sostituire ai precedenti comportamenti, svalutati per la loro diffusione verso il basso. (*)

La necessità per la classe borghese di acquisire uno spazio vitale sarà condizione necessaria e sufficiente per la distruzione del centro di Firenze (ad esempio), proprio in quel lasso di tempo passato da Nemo ad affondare navi antipatiche e sperimentare nuove ricette di pesce in bollito.
I cimiteriali Viali dei Colli progettati dall’Ingegner Poggi (in realtà Nemo) sono così ricordati in un discorso tenuto da un senatore del regno d'Italia:

…ciò che costituisce il vero pregio dello Stradone dei Colli non sono le opere d’arte, ma la sua amena posizione, il non vedere lungo il medesimo caseggiati addossati e pieni zeppi di pigionali e ragazzaglia, non taberne, non officine, non infine quella classe poco amante di proprietà, che ovunque stanzi, porta abitudini e modo di vivere discordanti da quel ceto molto educato, che vuole quiete, nettezza ed anco eleganza. (**)

Osserviamo lo sguardo di Ned Land mentre fissa Nemo: un fiocinatore di balene messo a tavola con un coltello a punta stondata in mano: un vero scherzo da ingegnere, uno scherzo da Nemo. Ascoltiamo Nemo chiedere a Ned se è a conoscenza dell’invenzione della forchetta... Nemo ignora che gli utensili sono stati inventati non per motivi di decoro e igiene ma come “trasformatori e isolanti”:

…cappelli, guanti, forchette, cannucce per bere e prodotti conservati costituirono un tempo e costituiscono ancor oggi, in altre società, delle barriere destinate a contrastare una infezione emanata dal corpo stesso di colui che li usa. Invece di proteggere la purezza interna del soggetto contro l’impurità esterna degli esseri e delle cose, come pensiamo noi, le buone maniere servono, per i selvaggi, a proteggere la purezza degli esseri e delle cose dall’impurità del soggetto. (***)

Forse Ned usa il coltello al posto della forchetta per enfatizzare un segno di riconoscimento, come un tentativo umano di stabilire un impossibile contatto con un ingegnere-pesce-idrofilo. Tentativo per fortuna fallito, altrimenti dove andrebbe a finire il divertimento?
E Ned resterà solo, a ridere e giocare con la foca del Capitano, e tentare sempre nuove vie di fuga dal Nautilus.
E noi con lui.


(*) Claudio Paolini, A tavola nel rinascimento. Luoghi, arredi e comportamenti (Edizioni Polistampa, 2007)
(**) Claudio Paolini, Il sistema del verde. Il viale dei colli e la Firenze di Poggi (Edizioni Polistampa, 2004)
(***) Claude Lévi-Strauss, Le origini delle buone maniere a tavola (Il Saggiatore, 1971)

Nessun commento:

Posta un commento